Il giorno di Pasquetta da Pietrabbondante e Castelverrino
accorrono molti fedeli nella chiesetta in localita Raguso , vicino a
Castelverrino;
Inno a S.Vincenzo >>
Chiesetta
S.Vincenzo
San Vincenzo Ferreri, nacque il 23 gennaio 1350 a Valenza in
Spagna da don Guglielmo Ferreri e da donna Costanza Miguel. Scelse
l'ordine dei Domenicani, detti frati predicatori, per realizzare
al meglio il suo ideale apostolico: predicare la parola di Dio in
ogni angolo della terra.
Entrò a far parte dell'ordine il 6 febbraio
1368 e indossò l'abito che lo ritrae nelle immagini più
conosciute: tonaca e scapolare bianchi, cappa e cappuccio neri.
Trascorse la sua vita passando di terra in
terra, predicando nelle piazze, nelle Chiese e nei campi davanti a
plebei, semplici, nobili e scienziati e ricorrendo a miracoli per
convertire i peccatori, salvare dai pericoli, risuscitare i morti,
comandare la natura e guarire gli ammalati.
Nel 1395 dopo la visione in sogno di Gesù Cristo accompagnato
da una schiera di Angeli improntò la sua predicazione sulla
dottrina che riguarda il destino umano: cioè la morte, il giudizio
individuale e quello universale. Attività questa che gli guadagnò
il nome di angelo dell'apocalisse.
Morì all'età di settanta anni il 5 aprile 1419 a
Vannes (Francia), nella cui Cattedrale sono conservate alcune
reliquie, altre furono portate a Valenza città in cui era nato.
Non si conosce con esattezza il periodo in
cui S. Vincenzo Ferreri venne proclamato Patrono di
Pietrabbondante.
La tradizione popolare fa risalire le origini della cappella
dedicata a San Vincenzo Ferreri in località "Raguso" in un’epoca
compresa tra la fine del 1600 e già gli inizio del 1700, in quel
periodo, nella zona suddetta furono costruite numerose abitazione,
per cui molti allevatori di buoi si trasferirono in quei posti. Ci
si accorse che un bue invece di seguire gli altri se ne stava
solo, sotto l’ombra di una quercia secolare. Fu legato ad una
catena per restare insieme agli altri, ma il bue la spezzo e tornò
sotto la quercia.
Il bovaro lo seguì
e guardando tra i rami notò un quadro raffigurante San Vincenzo
Ferreri.
Si gridò al miracolo e il quadro fu portato in solenne
processione nella Chiesa madre di Pietrabbondante.
Qualche settima dopo, però, il quadro venne
ritrovato di nuovo appeso ad un ramo della stessa quercia. Fu
deciso allora di abbattere la quercia e costruire una piccola
cappella nella quale venne posta una statua raffigurante San
Vincenzo Ferreri che che però fu distrutta nel corso dell'incendio
dei 1858. La testa di questa statua è conservata nella Chiesa
parrocchiale. Quella che noi attualmente veneriamo è una
imitazione della prima, fatta in legno di sorbo da autore ignoto,
scolpita quasi certamente nella seconda metà dei secolo scorso. E’
alta 2 metri e con il basamento pesa più di due quintali. A poche
decine di metri sorgeva l’abitazione degli eremiti di San
Vincenzo. Questi si occupavano dei beni posseduti posseduti dalla
cappella e donati dai fedeli.
La statua, illuminata, viene portata a spalla dalla
cappella fino al paese seguita da numerosi fedeli che offrono al
Santo la loro fatica.All’imbrunire la statua raggiunge il paese
dove trova una moltitudine di gente che la accoglie tra il
bagliore di tante fiaccolate. La processione dopo aver
attraversato il paese giunge in Chiesa dove la statua, deposta su
un piano, viene salutata da uno scrosciante applauso e dalle note
del caro "San Vincenzo Speranza nostra". La seconda domenica
di ottobre è usanza del paese riportare il santo patrono San
Vincenzo Ferreri nell’omonima chiesa di campagna dopo due mesi
trascorsi nella chiesa di Santa Maria Assunta in Pietrabbondante.
E’ tradizione riportare il santo a spalla con una "processione" di
"devoti" preceduta da una banda musicale. La strada percorsa è la
stessa del 4 agosto.
Nelle ricorrenze si celebrano le messe e si svolge una piccola
fiera.
Alla fine della Liturgia i fedeli intonano il seguente inno: |
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Inno a San Vincenzo
Su cantiam in tuo onore,
o bel santo protettore,
faccia il ciel, la terra e il mare
il bel nome risuonare
in piacevole armonia
su cantiamo in compagnia.
OOoOO
O San Vincenzo, speranza nostra,
tu ci aiuti per pietà,
noi ti amiam con tutto ardore,
o gran Santo protettore.
OOoOO
Sotto questo ciel beato
corre ognuno a te prostato
al tuo tempio i tuoi devoti
chiedono grazie, e a te fan voti,
dagl'iniqui nostri errori
tu ci scampi e dai dolori. |
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OOoOO O San Vincanzo, speranza nostra,
tu ci aiuti per pietà,
noi ti amiam con tutto ardore,
o gran Santo protettore.
OOoOO
Benedici i nostri cari
benedici i nostri campi
benedici l'alma nostra
che con speme a te si mostra
su, dispensa grazie tente
tu ci aiuti in ogni istante.
O San Vincanzo, speranza nostra,
tu ci aiuti per pietà,
noi ti amiam con tutto ardore,
o gran Santo protettore.
OOoOO |
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